Facebook diventa Meta e cambia la gestione privacy

Facebook diventa Meta e cambia la gestione privacy

Se è appurato che l’abito sicuramente non faccia il monaco è altrettanto vero che una buona comunicazione permette di trasformare un armadio di scheletri in un sarcofago archeologicamente prezioso.

Specie se l’armadio in questione è di fama mondiale per via del vastissimo utilizzo e soprattutto considerato che di recente è stato aspramente criticato per l’uso scarsamente etico dei dati personali..

Stiamo parlando di Facebook, che con il cambio di identità è diventato Meta e si è arricchito di buoni propositi, come se la verniciatura del legno potesse cambiare la natura e l’essenza del materiale dell’elemento di arredo.

Tra le principali novità comunicate e i vantaggi che porta con sé questo importante cambiamento c’è anche una differente (o apparente tale) gestione privacy.

Come Meta gestirà i dati personali dei suoi utenti

La premessa è d’obbligo: dopo le recenti e dure accuse in tema di privacy e in concomitanza con il calo di utenti (per la prima volta dal 2004), Meta risponde annunciando un Privacy Center centralizzato.

“Il Privacy Center fornisce informazioni utili su cinque argomenti comuni sulla privacy: condivisione, sicurezza, raccolta dei dati, utilizzo dei dati e pubblicità" ha affermato la società in un comunicato stampa - “nel Privacy Center, puoi conoscere il nostro approccio alla protezione dei dati personali, leggere la nostra informativa sui dati e imparare a utilizzare i numerosi controlli sulla privacy e sulla sicurezza che offriamo”.

Come è strutturato il Privacy Center di Meta

  1. Sicurezza: gestione dell’autenticazione a due fattori, esposizione di come Meta combatte il “data scraping”, ossia la possibilità per gli hacker di attingere ai dati pubblicati dagli account pubblici;
  2. Condivisione: comprensione del potenziale pubblico e sulla visibilità dei singoli post e possibilità di eliminazione o archiviazione di post vecchi oppure obsoleti;
  3. Raccolta: informazione in merito a quali dati vengono raccolti da Meta e possibilità di confermare l’accesso o modificare la privacy;
  4. Uso: individuazione delle finalità per cui Meta raccoglie i dati degli utenti;
  5. Pubblicità: formazione sulla logica per cui Meta mostra determinate pubblicità ad audience definite.

Chi può utilizzare il Privacy Center di Meta

Si tratta di un test e in quanto tale, non tutti gli utenti di hanno accesso al Privacy Center di Meta, anche se l’azienda ha già reso nota l’intenzione di allargare la platea, implementare nuove funzionalità e su differenti applicazioni.

Al momento si tratta di un numero ridotto di utenti degli Stati Uniti, esclusivamente sulla versione desktop di Facebook, accessibile tramite il pannello impostazione e selezionando successivamente “privacy”.

Entro fine 2022 si presume che il Privacy Center possa ampliare i propri orizzonti e approdare nelle versioni mobili non solamente di Facebook e Meta, ma anche di Instagram e Whatsapp e varcare i confini americani.

Privacy Center si unisce a una miriade di altri strumenti già offerti dal gigante tecnologico, tra cui Privacy Shortcuts e Privacy Checkup.

Privacy Center: i vantaggi per gli utenti

L’utente medio difficilmente riesce a settare in tutte le applicazioni le corrette impostazioni per garantire il rispetto della propria privacy e la corretta gestione dei propri dati.

Il privacy Center viene in soccorso di questi utenti, semplificando e integrando in un unico hub la gestione dei propri dati personali: Facebook, Instagram, Whatsapp e probabilmente Oculus e gli altri servizi per la realtà virtuale.

Privacy Center: i vantaggi per Meta

Dall’altro lato Meta offre questa funzionalità per rispondere alle accuse di scarsa trasparenza mosse negli ultimi periodi: questa è la versione ufficiale che permette di lavare mediaticamente i propri peccati e passare la pesante palla delle responsabilità sulle mani degli utenti.

Non è certo un mistero l’interesse da parte di Meta nello spingere i propri utenti a condividere la maggior quantità possibile di dati, tant’è che l’azienda di Menlo Park obiettò le modifiche degli annunci iOS di Apple, che limitavano la capacità delle app di seguire il comportamento degli utenti.

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