Microsoft Office 365 aka Big Brother: lo “spionaggio professionale”

Microsoft Office 365 aka Big Brother: lo “spionaggio professionale”

Microsoft Office 365 lancia indirettamente il guanto di sfida al teorema di Heisenberg, secondo cui un fenomeno mentre viene osservato, muta.

La funzionalità “segreta” del software garantisce infatti un vero e proprio spionaggio da parte del datore di lavoro nei confronti delle attività del proprio dipendente.

A sentire Heisenberg, questa funzionalità influenzerà la giornata produttiva del lavoratore. Anche se la mancata consapevolezza di essere spiati potrebbe cambiare le carte in tavola.

Il bug di Microsoft Office 365 che permette di spiare il dipendente

Uno studio dell’University College di Londra ha rilevato e rivelato l’anomalia del software, facendo suonare l’allarme ai dipendenti che utilizzano e al Garante per la privacy.

Tra le varie attività di spionaggio offerte da Microsoft Office 365, la possibilità di leggere tutte le mail, il monitoraggio costante delle modifiche sui file condivisi e il conteggio del tempo passato in chiamate e chat.

Soprattutto nelle grandi aziende, i manager e datori di lavoro tendono ad assegnare un punteggio di produttività sulla base dello spionaggio operato sui dipendenti.

In cosa consiste lo spionaggio offerto da Microsoft Office 365

Viene registrata qualunque interazione venga eseguita tramite l'e-mail aziendale (come ad esempio l'ora dell'e-mail, il destinatario e il contenuto). Ovviamente se l'e-mail contiene allegati o immagini, anche il datore di lavoro può vederle", ha affermato l’autore della ricerca, Demetris Demtriades. 

Privacy International ha rincarato la dose: “I datori di lavoro sono in grado di tracciare un'immagine piuttosto intima di ogni dipendente, fin nei minimi dettagli. Ciò include non solo un elenco della maggior parte delle azioni che intraprendono, ma anche la possibilità di accedere chiaramente a tutti i contenuti scambiati all'interno dell'organizzazione e alle comunicazioni esterne tramite e-mail".

I vantaggi di queste funzionalità

La domanda è più che lecita: a cosa serve creare una tecnologia che comprometta la fiducia dei dipendenti nei confronti dei propri manager, datori di lavoro e più in generale aziende?

Gli strumenti di controllo e ricerca dei contenuti offerti da Microsoft hanno usi legittimi e garantiscono ai datori di lavoro di controllare e identificare:

  • Le violazioni dei contratti di lavoro;
  • Le violazioni delle politiche aziendali sulle molestie;
  • La divulgazione di segreti commerciali.

La reazione di Microsoft alle accuse di spionaggio

Le rivelazioni non sono state smentite in maniera ufficiale da Microsoft Office 365 che ha preferito chiarire che si tratta di informazioni pseudo-nomizzate.

“Non crediamo nell'uso della tecnologia per spiare i singoli dipendenti. Le informazioni basate sui dati sono state a lungo una parte fondamentale del modo in cui i professionisti IT risolvono i problemi e contribuiscono al funzionamento efficiente delle loro organizzazioni. I dati sono aggregati tra gruppi o intere organizzazioni", ha affermato un portavoce.

La policy del software e le responsabilità legali dei datori di lavoro

All’interno della Policy di office 365, Microsoft spiega come il software permetta di “accedere ed elaborare i dati, inclusi i contenuti delle comunicazioni e dei file".

Come al solito viene definito il recinto giurisprudenziale, senza citare i confini visto che le aziende devono garantire che il monitoraggio dei dipendenti al lavoro sia proporzionato, ma non vengono mai identificate le caratteristiche del “proporzionato”.

Il potenziamento privacy di Microsoft Office del 2020

Attraverso un post nel proprio blog, a dicembre 2020 Microsoft ha risposto alle critiche e annunciato la tanto agognata modifica: rimuovere i nomi utente dal suo strumento Punteggio di produttività.

"Nessuno nell'organizzazione sarà in grado di utilizzare il punteggio di produttività per accedere ai dati su come il singolo utente utilizza app e servizi in Microsoft 365"..

L’ulteriore novità riguarda l'interfaccia del software, mutata per chiarire ancora una volta lo scopo del Productivity Score: monitorare l'adozione della tecnologia all'interno dell'organizzazione, e non monitorare i singoli dipendenti.

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