PNRR: L’Italia digitale 2026 ha bisogno di cybersecurity

PNRR: L’Italia digitale 2026 ha bisogno di cybersecurity

Sono passati millenni dalla tradizione dei sumeri di bruciare le barche una volta approdati in un’isola da conquistare per eliminare il piano B, eppure l’Italia ha lanciato un segnale di grande distacco col passato, ma anche col presente.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il famigerato PNRR finito alla ribalta in ogni salotto tv e su ogni quotidiano, rappresenta un progetto ambizioso di rinnovamento e di grande rottura con l’attualità.

Il 27% delle risorse saranno dedicate alla transizione digitale (Italia Digitale 2026), che si sviluppa su due asset e si pone 5 importanti obiettivi.

Italia Digitale 2026: i 2 assi strategici e i 5 obiettivi

Allo scopo di garantire a tutti i cittadini l’accesso a connessioni veloci per vivere le opportunità della vita digitale e per migliorare il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione il progetto si sviluppa su 2 assi strategici:

  1. Migliorare le infrastrutture digitali e garantire la copertura con banda ultra larga;
  2. Rendere la pubblica amministrazione un alleato nella vita digitale dei cittadini.

Il PNRR si pone come traguardo finale l’inserimento dell’Italia nel gruppo di testa in Europa entro il 2026: per arrivare alla meta, occorre raggiungere 5 tappe importanti attraverso 5 obiettivi ambiziosi.

Primo obiettivo: identità e cittadinanza digitale

L’identità digitale dovrà essere utilizzata almeno dal 70% della popolazione.

  • SPID e CIE saranno semplificati, potenziati e resi user-friendly.
  • Miglioramento dei servizi digitali per i cittadini;
  • Trasformazione delle Pubbliche Amministrazioni in infrastrutture cloud;
  • PagoPa verrà rinnovata;
  • Introduzione di una nuova piattaforma digitale per notifiche digitali a valore legale.

Secondo obiettivo: competenze digitali

Il 70% della popolazione dovrà essere digitalmente abile.

  • Digitalizzazione dei servizi e delle infrastrutture;
  • Percorso di alfabetizzazione digitale che coinvolga i diretti cittadini;
  • Esperienze di facilitazione digitale su piattaforme educative, di istruzione e di supporto all’inserimento nel mondo del lavoro.

Terzo obiettivo: cloud e infrastrutture digitali

Il 75% delle Pubbliche Amministrazione italiane dovrà utilizzare servizi in cloud.

Attualmente il 95% dei circa 11mila data center utilizzati dagli enti pubblici italiani non è in regola in termini di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa ed efficienza.

  • Migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud;
  • Combattere la ridotta produttività e lo spreco di risorse

Quarto obiettivo: servizi pubblici online

Raggiungere almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali erogati online.

  • Creazione della Piattaforma Nazionale Dati, che permetterà al cittadino di creare un unico profilo digitale, disponibile a tutte le amministrazioni.

Quinto obiettivo: reti ultraveloci

Raggiungere il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga.

  • Coinvolgimento delle famiglie italiane sulla penisola, sulle isole, in ambito scolastico  e sanitario; 
  • L’Italia vuole raggiungere connessioni a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026, 4 anni in anticipo rispetto all’UE.

La cybersecurity è la vera chiave per il successo di Italia Digitale 2026

Non c’è attacco senza difesa e non c’è innovazione senza sicurezza, perché spesso digitalizzazione fa rima con vulnerabilità al Cybercrime.

Ben 620 milioni verranno destinati alla cybersecurity delle pubbliche amministrazioni.

Si potenzieranno gli asset e le unità cyber incaricate della protezione della sicurezza nazionale e della risposta alle minacce cyber” ha sentenziato il premier Draghi.

Dichiarazioni importanti a cui hanno fatto seguito le indicazioni del ministro per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale Colao, che ha calibrato la bussola indicando i 4 punti cardinali:

  1. Rafforzamento dei presidi di front-line per la gestione degli alert e degli eventi a rischio intercettati verso la Pubblica Amministrazione e verso le imprese di interesse nazionale;
  2. Rafforzamento delle capacità tecniche di valutazione e audit continuo della sicurezza di apparati elettronici e applicazioni usate per l’erogazione di servizi critici;
  3. Immissione di nuovo personale sia nelle aree di pubblica sicurezza, sia all’interno della polizia giudiziaria.
  4. Consolidamento degli asset e delle unità incaricate della protezione della sicurezza nazionale e della risposta alle minacce cyber.


Italia Digitale 2026 non deve correre il rischio di prestare il fianco a minacce cyber, furti e ricatti informatici, bensì deve rappresentare “l’occasione per progettare interventi e realizzare un futuro  composto da determinazione, collaborazione e creatività che stanno alla base dell’innovazione”.

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